ASSOCIAZIONE CULTURALE MERIDIONALISTA - PROGRESSISTA

Critica - Analisi - Riflessioni - Editoria - Proposte - Politica

sabato 15 ottobre 2016

“ La questione referendum…”



di Amalia Spanò

Non avrei, ad esser sincera,voluto scrivere in merito..ma tant’è..il problema c’è…è all’ordine del giorno come discussione politica, e quindi essendo noi un’associazione culturale meridionalista progressista ed essendo con una nostra pagina su internet e sui social è compito al quale, al di là della mia gradevolezza per l’argomento, non è giusto esimersi.
Desidero però esprimere una riflessione più concettuale, complessiva, che entrare nel merito degli articoli,delle specifiche proposte contenute in questa presunta riforma costituzionale :

1) Una cosa la si modifica se provata,verificata,assaggiata, se risulta non essere di gradimento o è contestabile in efficacia; bene..la cosa somiglia, chiedo venia per il prosaico accostamento, a come se effettuato un pranzo completo alcune pietanze o portate risultino non buone..non all’altezza, e quindi se ne chiede la sostituzione, abolizione o modifica di alcune di esse per un nuovo menù. Già ma perchè ciò abbia un senso il pranzo va effettuato..minima condizione. Nel nostro caso parliamo di una Costituzione non applicata in alcuni importanti articoli… il 3… il 4.. quelli di pari opportunità x cittadini..indipendentemente da condizioni, ceto sociale o aree geografiche di residenza…e allora di che parliamo? Di cambiare un menù non assaggiato nelle sue bontà o carenze?

2) Il risparmio attuando l’eliminazione del senato? A conti fatti s’è calcolato che ogni singolo cittadino avrà il beneficio di euro 0.84 all’anno..ovvero meno d’un euro ogni 365 giorni. Vedi mai si fosse messo mano ai megastipendi e alle megapensioni della casta. Bè…allora c’è da sfregarsi le mani e fare ognuno di noi gran progetti. A parte che una forma di senato ma con minor compiti e possibilità d’intervento viene confermato. Già..ma con l’altisonante titolazione d’espressione regionale…tanto perché s’avverta puzza di federalismo. Ma solo quella. Pronti a ribadire che c’è la necessità di confermare un federalismo differenziato…o della serie chi sta peggio che resti nel peggio.

3) I poteri andranno accentrati sul premier d’una maggioranza che con il premio rischia di passare da percentuali medio/basse al comando assoluto. Premier che potrà, a livello dei miglior dittatori, sciogliere lui e solo lui camera e senato, togliendo al Presidente della Repubblica una delle poche prerogative d’intervento e garanzia.
E potremmo continuare…insomma non finalmente l’applicazione ma la modifica d’una costituzione ritenuta dai più fra le più illuminate e complete. Il tutto scritto in maniera contorta, non chiara, e che noi meridionalisti progressisti, gramsciani, figli della resistenza riteniamo ancora una volta espressione d’un disinteresse per le nostre terre, per le nostre genti, per un Sud martoriato dall’inefficienza governativa perpetrata in sfregio all’uguaglianza in un’Italia che sia davvero unita,nei fatti e non solo sulla carta e nelle belle parole.
E che giustifichi e dia senso alla nostra scelta unitaria e non separatista.

Amalia Spanò

Socio Fondatore e Promotore di ”Rubriche Meridionali”

domenica 25 settembre 2016

Libere frasi in libero pensiero meridionalista!



a cura della redazione:

“ I problemi e la crescita gestionale, privati o politici, hanno due modi per essere affrontati : o esserci dentro distribuendo un po’ di briciole, o fare le scelte privilegiando la lealtà dimostrata in costanza,presenza ed impegno!”

“ l’affidabilità non è data dalla partecipazione elettorale”

“ ‘O primato…’o primato….bastano quelli che si ricordano dell’ex Regno del Sud…non quelli fatui e spesso tarocchi che ci si attribuisce”

“ ancora c’è chi confonde autonomia e separatismo…studiare un po’ e un po’ di coerenza in più non guasterebbe”

“ meridionalismo è una parola abusata da chiunque immagina d’adoperarsi per qualcosa che difenda il Sud. E’altresì una parola con una sua etimologia precisa, frutto  del pensiero dei suoi padri fondatori formatisi al culto di valori sociali e umani ben definiti. Della serie: << nun tutto chell’ ca galleggia so purtualle …>>

“ i leader servono..se non sono affetti da leaderismo…”

“ nessun capo può operare da solo senza quadri intermedi all’altezza..”

“non tutto è attuabile in tempi brevi…ma il procrastinare tutto è lesivo, poco rispettoso e financo controproducente”

redattori e collaboratori della redazione di Rubriche Meridionali

venerdì 19 agosto 2016

L’isola che non c’è… ”seconda stella..fino al cammino”



di Eugenio Carli j.w.f.

“ L’isola che non c’e’ ”, celebre e storica canzone di Edoardo Bennato. Forse tra le sue più belle.
I musicisti, cantautori, non cambiano il mondo. I più bravi però riescono a lasciare armonie e testi che restano come citazioni, emozioni ispiratrici e d’invito alla riflessione.
“ L’isola che non c’è “ è un po’ l’attuale meridionalismo : qualcosa che esiste o dovrebbe esserlo , pur con la coscienza della sua necessità anche se non ritrovabile.
Da un lato la nostalgia, i rammarichi, le rivendicazioni, la memoria, le commemorazioni…il tutto pur meritorio per certi versi, ma con risultati non sufficienti se non nell’aumentare certe conoscenze e risvegliare alcune coscienze. Dall’altro impegno politico ma istituzionalmente accomunando da chi dovrebbe usufruirne  seri, comparse e merde in pari opportunità, considerazioni e rappresentatività . E pur intuendo la giustezza dell’ampio consenso, della partecipazione diffusa dal basso sarebbero auspicabili certi paletti.
Come dice nel suo bel libro “ Success and luck ” lo scrittore americano Robert H. Frank : “la meritocrazia è un valore passivo, invocabile, ma travolto da successi e fallimenti provocati invece da fattori incontrollabili”..dove chi è preposto a valutare dovrebbe “decifrare il suo peso e collocarlo nella nostra storia”.
E se non lo fa la nostra questione resta “L’isola che non c’è”….

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Eugenio Carli
j.w.f.

mercoledì 10 agosto 2016

Pensieri in libertà…



di  Andrea Balìa

C’erano :

i Beatles, il Che, Massimo Troisi e Pino Daniele, Martin Luther King, Maradona, Ray Charles, Berlinguer, Eduardo De Filippo…

Ci sono :

i Rappers, Angela Merkel, Siani e Gigi D’Alessio, Salvini, Lotain (pardon Higuain…), Renzi….

Ma cos’è uno scherzo? Nostalgia? O più semplicemente una storia di merda?

Andrea Balìa

giovedì 21 luglio 2016

(Su)de profundis….





di Eugenio Carli j.w.f.


Parlare di depressione, tentare di comprenderla non è facile…ecco perché firmo queste riflessioni con uno pseudonimo. “Nobody know my sorrow” diceva Martin Luther King, o anche “Suonarsi addosso non è bene” declamava il grande Pino Daniele. Oltretutto, non per vigliaccheria, ma il mio lavoro per un giornale rischierebbe d’andarsi a far benedire, visto le linee editoriali non così schierate in assonanza. E non possiamo permettercelo economicamente in questi tempi grami. Allora affidiamo queste modeste righe agli amici di ”Rubriche Meridionali”, che ospitano più voci tra quelle a loro amiche per visione politica.

Il de profundis, se ci accostiamo in testa due lettere..ovvero “Su”….diventa un Sud in de profundis. Tanto pessimismo direte..ebbene sì…ed ecco la sgradevole sensazione depressiva. Senza stare a rivangare i torti subiti, la storia contraffatta ed occultata, come da uso ricorrente, dai vincitori ed essere subito associati a simpatie nostalgiche, la nostra terra vive indubbiamente uno stato comatoso. Acclarate le cause urgerebbe terapia intensiva. Qua nasce la depressione riflessiva. Da oltre un trentennio s’è tornato a parlare di Sud, a riscoprirne le verità storiche. Ne abbiamo vissuto il percorso sino ad oggi: la nascita ed il fiorire di movimenti ed associazioni culturali, i convegni, le bandiere, alcuni libri…vecchi e nuovi…qualche tentativo d’espressione politica, il riparlare di “Questione Meridionale”, il riferimento ai capiscuola del pensiero meridionalista, e buon ultimo il prodigarsi affinchè queste seme contaggiasse qualche figura politica tra le più attente, oneste e serie. Nel frattempo gli eventi sociali e politici, in ispecie dei sud del mondo, sono andati avanti con fenomeni eclatanti e spesso tragici..l’Isis e i suoi attentati (buon ultimo Nizza…), l’immigrazione incontenibile e luttuosa, ed eventi in loco come Terra dei Fuochi e il disastro ferroviario pugliese. Poco cambia però, ed ecco ormai il sentirsi sopraffatti da uno stato depressivo. Parlavamo poc’anzi di figure di riferimento, ma siamo ancora agli abbracci dei capi di governo da accettare commossi, alla speranza di modificare dall’interno formazioni politiche decotte per cui una vecchia Dc sembra nel ricordo un insieme di persone forse anche più rispettabili. D’altro canto il non riuscire a far sì che i più appassionati,o forse competenti nel merito,possano avere una rappresentanza politica per curare e alimentare il seme meridionalista istituzionalmente. Allora restano progetti magni, le belle parole d’apprezzamento, di condivisione, ma tutto sulla carta senza cogliere le migliorie e più leali intelligenze se non suffragate da valanghe di voti. 
Certo la democrazia questa è..ma poi leggendosi Canfora e il suo testo in merito c’è da valutarne assieme agli indubbi valori anche gli oggettivi limiti.
Ho forti dubbi d’essere riuscito a trasmettere o chiarire il perchè d’una sgradevole sensazione d’impotenza che porta con sè uno stato depressivo.
Non avvilitevi amici ma aguzzate l’ingegno…


Eugenio Carli j.w.f. 


(Su)de profundis….






di Eugenio Carli j.w.f.


Parlare di depressione, tentare di comprenderla non è facile…ecco perché firmo queste riflessioni con uno pseudonimo. “Nobody know my sorrow” diceva Martin Luther King, o anche “Suonarsi addosso non è bene” declamava il grande Pino Daniele. Oltretutto, non per vigliaccheria, ma il mio lavoro per un giornale rischierebbe d’andarsi a far benedire, visto le linee editoriali non così schierate in assonanza. E non possiamo permettercelo economicamente in questi tempi grami. Allora affidiamo queste modeste righe agli amici di ”Rubriche Meridionali”, che ospitano più voci tra quelle a loro amiche per visione politica.

Il de profundis, se ci accostiamo in testa due lettere..ovvero “Su”….diventa un Sud in de profundis. Tanto pessimismo direte..ebbene sì…ed ecco la sgradevole sensazione depressiva. Senza stare a rivangare i torti subiti, la storia contraffatta ed occultata, come da uso ricorrente, dai vincitori ed essere subito associati a simpatie nostalgiche, la nostra terra vive indubbiamente uno stato comatoso. Acclarate le cause urgerebbe terapia intensiva. Qua nasce la depressione riflessiva. Da oltre un trentennio s’è tornato a parlare di Sud, a riscoprirne le verità storiche. Ne abbiamo vissuto il percorso sino ad oggi: la nascita ed il fiorire di movimenti ed associazioni culturali, i convegni, le bandiere, alcuni libri…vecchi e nuovi…qualche tentativo d’espressione politica, il riparlare di “Questione Meridionale”, il riferimento ai capiscuola del pensiero meridionalista, e buon ultimo il prodigarsi affinchè queste seme contaggiasse qualche figura politica tra le più attente, oneste e serie. Nel frattempo gli eventi sociali e politici, in ispecie dei sud del mondo, sono andati avanti con fenomeni eclatanti e spesso tragici..l’Isis e i suoi attentati (buon ultimo Nizza…), l’immigrazione incontenibile e luttuosa, ed eventi in loco come Terra dei Fuochi e il disastro ferroviario pugliese. Poco cambia però, ed ecco ormai il sentirsi sopraffatti da uno stato depressivo. Parlavamo poc’anzi di figure di riferimento, ma siamo ancora agli abbracci dei capi di governo da accettare commossi, alla speranza di modificare dall’interno formazioni politiche decotte per cui una vecchia Dc sembra nel ricordo un insieme di persone forse anche più rispettabili. D’altro canto il non riuscire a far sì che i più appassionati,o forse competenti nel merito,possano avere una rappresentanza politica per curare e alimentare il seme meridionalista istituzionalmente. Allora restano progetti magni, le belle parole d’apprezzamento, di condivisione, ma tutto sulla carta senza cogliere le migliorie e più leali intelligenze se non suffragate da valanghe di voti. 
Certo la democrazia questa è..ma poi leggendosi Canfora e il suo testo in merito c’è da valutarne assieme agli indubbi valori anche gli oggettivi limiti.
Ho forti dubbi d’essere riuscito a trasmettere o chiarire il perchè d’una sgradevole sensazione d’impotenza che porta con sè uno stato depressivo.
Non avvilitevi amici ma aguzzate l’ingegno…


Eugenio Carli j.w.f. 


(Su)de profundis….


di Eugenio Carli j.w.f.

Parlare di depressione, tentare di comprenderla non è facile…ecco perché firmo queste riflessioni con uno pseudonimo. “Nobody know my sorrow” diceva Martin Luther King, o anche “Suonarsi addosso non è bene” declamava il grande Pino Daniele. Oltretutto, non per vigliaccheria, ma il mio lavoro per un giornale rischierebbe d’andarsi a far benedire, visto le linee editoriali non così schierate in assonanza. E non possiamo permettercelo economicamente in questi tempi grami. Allora affidiamo queste modeste righe agli amici di ”Rubriche Meridionali”, che ospitano più voci tra quelle a loro amiche per visione politica.
Il de profundis, se ci accostiamo in testa due lettere..ovvero “Su”….diventa un Sud in de profundis. Tanto pessimismo direte..ebbene sì…ed ecco la sgradevole sensazione depressiva. Senza stare a rivangare i torti subiti, la storia contraffatta ed occultata, come da uso ricorrente, dai vincitori ed essere subito associati a simpatie nostalgiche, la nostra terra vive indubbiamente uno stato comatoso. Acclarate le cause urgerebbe terapia intensiva. Qua nasce la depressione riflessiva. Da oltre un trentennio s’è tornato a parlare di Sud, a riscoprirne le verità storiche. Ne abbiamo vissuto il percorso sino ad oggi: la nascita ed il fiorire di movimenti ed associazioni culturali, i convegni, le bandiere, alcuni libri…vecchi e nuovi…qualche tentativo d’espressione politica, il riparlare di “Questione Meridionale”, il riferimento ai capiscuola del pensiero meridionalista, e buon ultimo il prodigarsi affinchè queste seme contaggiasse qualche figura politica tra le più attente, oneste e serie. Nel frattempo gli eventi sociali e politici, in ispecie dei sud del mondo, sono andati avanti con fenomeni eclatanti e spesso tragici..l’Isis e i suoi attentati (buon ultimo Nizza…), l’immigrazione incontenibile e luttuosa, ed eventi in loco come Terra dei Fuochi e il disastro ferroviario pugliese. Poco cambia però, ed ecco ormai il sentirsi sopraffatti da uno stato depressivo. Parlavamo poc’anzi di figure di riferimento, ma siamo ancora agli abbracci dei capi di governo da accettare commossi, alla speranza di modificare dall’interno formazioni politiche decotte per cui una vecchia Dc sembra nel ricordo un insieme di persone forse anche più rispettabili. D’altro canto il non riuscire a far sì che i più appassionati,o forse competenti nel merito,possano avere una rappresentanza politica per curare e alimentare il seme meridionalista istituzionalmente. Allora restano progetti magni, le belle parole d’apprezzamento, di condivisione, ma tutto sulla carta senza cogliere le migliorie e più leali intelligenze se non suffragate da valanghe di voti. 
Certo la democrazia questa è..ma poi leggendosi Canfora e il suo testo in merito c’è da valutarne assieme agli indubbi valori anche gli oggettivi limiti.
Ho forti dubbi d’essere riuscito a trasmettere o chiarire il perchè d’una sgradevole sensazione d’impotenza che porta con sè uno stato depressivo.
Non avvilitevi amici ma aguzzate l’ingegno…

Eugenio Carli j.w.f. 

domenica 26 giugno 2016

Risultati amministrative 2016…considerazioni….



di Attilio Stolder

E’ passata una settimana…giusto per non commentare a caldo. Allora disastro PD…45 comuni da governare contro i 90, perdendo grandi città come Roma e Torino. Quello che semini raccogli..è inevitabile. 
Per la vulgata nazionale invece trionfo 5 Stelle, avendo conquistato le due città in questione. Un’analisi un po’ più oggettiva porterebbe a considerare altresì, che, pur rimanendo due vittorie, sono nei fatti più due sconfitte renziane. A Roma, in assenza di competitor credibili risultato scontato al di là dei propri meriti, a Torino gran supporto di voti del centrodestra e di Salvini, ingolositi dall’opportunità di riuscire a far perdere il PD. Ma a loro la cosa non fa gran specie visto che il loro capocomico ha detto che dell’antifascismo se ne sbatte, che i giovani di Casa Pound sono i benvenuti. Il fiato l’avevano rotto, in merito, quando fecero l’accordo con Farage in Europa, pur se da qualche giorno danno sulla cosa qualche segnale di ripensamento. A Napoli hanno preso uno scarso 9,5/10%...altro che ballottaggio auspicato e urlato, dice…: ”ma siamo migliorati..”..bè partendo dal 1,5% non era una difficoltà insormontabile… e dice : ”ma Brambilla non era così forte,esperto..il cognome l’ha penalizzato”.. e quando glielo facevano notare gli altri avevano scelto gli altri o era una loro scelta inappropriata e ridicola in partenza? 
De Magistris ha fatto bingo..tra loro,un PD campano improponibile ancora alle prese con i Bassolino, Cozzolino,la figurante Valente e la ripetizione di primarie taroccate. E come unico avversario un Lettieri, col suo campionario di megamanifesti ridicoli, feste con neomelodici e tronisti, avendo il sindaco uscente come supporto 5 anni difficili, ma di trasparenza, buoni risultati e segnali di partecipazione popolare inorgoglita da un ritrovato senso d’appartenenza territoriale. Forse sarebbe servita un’attenzione maggiore per alcune liste con qualche presenza discutibile, ma l’altrui manifesta incapacità ha azzerato eventuali pericoli. 
Ora l’ex magistrato deve costruire buoni quadri intermedi per non restare un ottimo ma eventualmente solo uomo al comando. Si attendono segnali, competenze e lealtà su cui fidare. Come star basta lui.

Attilio Stolder

mercoledì 8 giugno 2016

Elezioni Amministrative primo turno…riflessioni...


di Amalia Spanò

Il primo turno è andato. PD in caduta libera…a Roma (come previsto), a Torino con qualche rischio inatteso, a Milano perdendo il vantaggio sul  Centrodestra, a Napoli “sepolto” ad un triste terzo posto e già ufficialmente commissariato (forse sarebbe il caso di dire da “rifondare in toto”). I 5 Stelle sguazzano a Roma, infastidiscono a Torino. A Napoli deludenti col ”sor Brambilla” con un anonimo 9,5%, dilapidando un credito percepito in questi anni ben più superiore. Loro dicono ”bè..stavamo al 1,5% nel 2011…siamo cresciuti ”..ma si prendono e prendono in giro…è come dire ad uno che era digiuno che se mangia qualcosina sta pranzando. Erano così in basso che anche inevitabili migliorie sembrano grandi passi in avanti. Un unico vero vincitore in Italia è il sindaco di Napoli con un circa 43% distanziando il primo inseguitore di circa venti punti. Ma la notizia è che lo fa senza partiti importanti alle spalle..un po’ di sinistra,le sue due liste,qualche figliuol prodigo come i Verdi e il poco incidente IDV,qualche lista cittadina e una spruzzata di meridionalismo progressista (PdelSUD),e quello di Mò e Meridem che hanno ritrovato un interesse per il sindaco (tutto da dimostrare in quanto sincera convinzione e approdo)dopo un quinquennio di silenzi o addirittura di sponde “deluchiane”. Insomma de Magistris ha creato un suo polo di aggregazione e consenso popolare per i suoi 5 anni trascorsi tra difficoltà ma trasparenza e buone iniziative avviate. Un orgoglio d’appartenenza risvegliato nella popolazione e un tollerante ”assalto al carro”,tutto però da dimostrare nella sua presunta utilità, al di là della strumentalizzazione elettorale. In pratica ha già vinto….su Napoli,sui partiti e sul governo centrale del fighetto toscano!Quel che è molto intrigante è il futuro del suo respiro politico. Ma ne parleremo poi…

Amalia Spanò

Socio Fondatore e Promotore di ”Rubriche Meridionali”

sabato 21 maggio 2016

Napoli o niente?


riflessioni sulla presenza meridionalista


di  Attilio Stolder

Ho ascoltato su un canale della Radio nazionale una discussione in merito all’assenza da 20/30 anni di analisi sul meridionalismo, sparito dalla critica e proposta politica nazionale, che mi ha fatto molto incavolare, pur se non del tutto infondata. In effetti se si toglie una riscoperta dell’argomento, pur se più sul fronte della storia del Sud avviata da qualche decennio di lodevoli iniziative dell’associazionismo culturale (rimaste però fini a sé stesse), un fondo di verità c’è nella riflessione. Quel pensiero storico e politico, figlio di menti come Nitti, Gramsci, Salvemini e Dorso lo si ritrova interpretato da pochi come persone e movimenti politici. Il fervore di cui tanto si parla fra addetti nei fatti è qualcosa che riguarda principalmente Napoli e i suoi dintorni. Io sono napoletano,intendiamoci, nato…cresciuto e…passatemi il termine poco ortodosso…”pasciuto” in quella collina prospiciente il mare fra le più belle del mondo, ovvero Posillipo. Quindi ben lieto che Napoli testimoni la sua vivacità culturale e lo sforzo d’analisi e proposta politica legata all’appartenenza al territorio. Ma il resto del Sud? Qualcosa nel casertano, ma più e solo sul fronte culturale,sussulti flegrei legati in primis a sponde elettorali….si perpetua l’assordante  silenzio e non partecipazione di Avellino e Benevento, idem dicasi per Salerno. Cambiando regione in Calabria c’è prevalentemente l’apprezzabile sforzo di singoli, qualche segnale pugliese ma non ancora rappresentativo, e la Basilicata pronta a reagire ma solo se toccata sulle estrazioni petrolifere.

La Sicilia poi è caso a sè, spiace dirlo, ma anch’essa nel clamore d’un silenzio espresso solo da storici, un po’ attempati e senza smalto, movimenti autonomisti, con il risultato ed un atteggiamento come se loro si sentano e perpetuino una posizione isolazionista. Incredibilmente più presenti come vivacità ed iniziative espressioni di meridionali al Nord,come alcune realtà emiliane e financo venete. Poi gruppi sparsi di sedicenti separatisti e indipendentisti, numericamente risibili e fuori dal coro e qualsiasi gioco.

Risultato? Al di là dell’augurarsi scenari, anche se non del tutto improbabili, di discese in campo nazionali di leader che trainino il Sud verso lidi di protagonismo politico nazionale, servirebbe una rappresentatività più estesa che prenda coscienza e disserti meno e solo di problematiche localistiche e di re e successioni dinastiche e più di propositività politica.

Attilio Stolder

sabato 12 marzo 2016

Le prossime amministrative, le primarie, ecc…


di Amalia Spanò

Ormai ci siamo,due mesi e mezzo all’incirca e si voterà per le amministrative in diversi comuni tra cui le tre più importanti città italiane : Roma, Milano e Napoli. In due di esse, per vicende diverse, ovvero Roma e Milano, i sindaci in carica sono spariti e non si ripresentano. A Milano il buon Pisapia, dopo aver governato senza infamia e senza gloria - ma almeno senza scandali – ha deciso che gli è bastato e ha rinunciato a ricandidarsi. Al PD istituzionale non è parso vero e a fronte di primarie sonnolenti ha individuato il suo cavallo che si scontrerà con l’uomo che le destre di Berlusconi e Salvini proporranno. A Roma, a seguito d’una sindacatura turbolenta, scandali, mafia capitale e commissariamenti, è stato individuato il renziano Giachetti che dovrà vedersela col redivivo Bertolaso, che il Cavaliere vorrebbe santo subito, se Salvini verrà convinto a convergere.
A Napoli,unico sindaco determinato a proseguire, è l’ex indomito magistrato Luigi de Magistris, sorretto da liste dei suoi fans, dalla sinistra vera, quella a sinistra del PD, nelle sue sfaccettature varie, dai moderati del Presidente del Consiglio Comunale Pasquino con cui è nata una buona collaborazione, dai redivivi e dissenzienti col proprio partito, di quel IDV sempre più prono col PD in attesa che gli venga riservata qualche briciola dal tavolo del potere, dai nostri amici Meridionalisti Progressisti del Partito del Sud (leali e coerenti come sempre), da altre 2 liste d’ispirazione identitaria meridionale come Mò e Napoli Capitale (a proposito curiosa omonimia con la lista d’identico nome di quel signore di destra Antonio Rivellini).Queste ultime due liste rinsavite sulla strada di Damasco in prossimità delle elezioni, dopo quattro e passa anni di silenzi e anche qualche critica feroce. Ma l’aria elettorale fa anche di questi miracoli….e meglio tardi che mai! Dulcis in fundo sembra anche quasi certa l’adesione dei Verdi che, a differenza del IDV, si sono probabilmente stancati d’attendere prebende governative. Insomma una squadra un po’ eterogenea ma che sembra garantire ottime, e tutto sommato, più che meritate chances per la rielezione del sindaco. Sindaco che dovrà vedersela con il Lettieri, che ci riprova giungendo da destra e dalle sue ridicole assenze in consiglio comunale, non ben visto da tutta la destra ma con fresco accordo con Salvini, scelta molto opinabile parlando di Sud! La ridicolaggine,traversie,i ricorsi,e il perpetrare d’un malaffare di gestione delle primarie napoletane daranno il nome d’un competitor candidato PD..forse la Valente..forse un Bassolino con una sua lista autonoma..insomma delle serie ”facciamoci male da soli”.
Per Milano, Roma e Napoli non abbiamo dimenticato le candidature 5 Stelle,che sembrano attestare più una volontà non governativa, a rischio pericolose bruciature, che reali volontà di governo. Potrebbero essere costretti a qualche ballottaggio cui formalmente non si sottrarranno. Per chiudere diremmo strana tornata elettiva..dove il solo de Magistris sembra stagliarsi per meriti, propensione meridionalista e determinazione, con un consenso più sanamente popolare che di apparati.

Buone elezioni a tutti! 


Amalia Spanò
Socio Promotore e Fondatore di "Rubriche Meridionali!




mercoledì 20 gennaio 2016

Si….ma per noi…


di Giacomo Savarese

Io non scrivo spesso,a differenza dei miei amici del Comitato dei Soci Promotori e Fondatori di Rubriche Meridionali,ovvero Amalia Spanò e in particolare Attilio Stolder oltre a contributi di collaboratori esterni. Però mi va di esternare alcune riflessioni. 
Rubriche Meridionali nasce con motivazioni e volontà precise come dichiarato sulla home della nostra pagina : “Rubriche Meridionali nasce nella calda estate 2012 per un’esigenza avvertita ormai come urgente, improcrastinabile, non più rimandabile. Come affrancarsi dal caldo opprimente di questi giorni, come la necessità di respirare aria fresca, vera, e liberarsi da una cappa ottenebrante (metereologica e di pensieri deboli) che fiacca corpi e menti ed è diventata insopportabile. Il terreno dove si muove è quello del meridionalismo, alla ricerca e riproposizione degli insegnamenti di quelli che consideriamo i maestri, i capisaldi, come Gramsci, Dorso, e il poco conosciuto e ricordato Guido Piegari che crearono le basi del pensiero per un riscatto del Sud, mai risollevatosi dai danni d’un’unità mal fatta, costruita peggio, e raccontata male se non quasi totalmente occultata nei suoi tragici eventi. Non antiunitaristi, anzi fautori dell'unità delle forze lavoratrici del Sud e del Nord, perché non è lo spirito di unità a essere contestato, ma la maniera errata, truffaldina e vessatoria ad essere il pomo della discordia.“
Quindi siamo attenti osservatori di ciò che succede socialmente e politicamente al Sud. Come non seguire l’operato e il percorso dei due uomini politici più rappresentativi del meridione (e non solo) e con spiccate coordinate meridionaliste, come Luigi de Magistris il sindaco di Napoli e Michele Emiliano il governatore della Regione Puglia? Del primo apprezziamo la sua onestà, le vicende improntate al riscatto e l’autonomia della città rispetto al governo centrale; dell’altro la volontà a contestare al Presidente del Consiglio e del suo partito iniziative poco rispettose della terra e del mare della regione a sua guida. 
Ma possiamo e crediamo sia giusto annoverarci come sostenitori attenti non tifosi, che auspicano la nascita quasi naturale e consequenziale d’un’idea politica che possa rendere organizzata e propulsiva, attraverso i due o almeno tramite uno di loro, la ormai improcrastinabile azione per il riscatto e rilancio del Sud, dal Sud per l’Italia. E non possiamo non permetterci di sottolineare che la gioiosa macchina da guerra organizzativa del sindaco inceda in una volontà, pur apprezzabile, partecipativa allargata e dal basso, come esempi europei insegnano, forse fin troppo propensa ad un pericoloso unanimismo, difficilmente poi superabile o da cui disfarsene nel momento d’un eventuale salto d’obiettivo politico. Così come il governatore pugliese, sempre pronto a sane reazioni, poi là resti…ritorni sempre nel suo ambito…in quel partito così discutibile per il suo operato e scarsa attenzione al Sud.
Tutti sappiamo che i tram della storia hanno una loro tempistica attuativa e d’opportunità. Le ragioni poi restano e resistono, come insegna il secolo e mezzo trascorso invano tra ragioni intatte e zero soluzioni, ma perdono lo smalto d’un ipotetico e cavalcabile momento. Il nostro auspicio, è quello di tenere a mente la matrice gramsciana cui rifarsi come area politica di riferimento e che possano individuare spazi e tempi per un’operatività più mirata e di respiro nazionale.

Giacomo Savarese

Socio Promotore e Fondatore di Rubriche Meridionali.

giovedì 7 gennaio 2016

Tutto scade..cibo,medicinali, perfino qualche moneta…le persone invece


di  Attilio Stolder

In era di consumismo sfrenato il dio prodotto impera, e l’uso e appunto il consumo di esso va apparentemente regolamentato perché il libero mercato porti all’irrazionale tourbillon dell’ “uso e getta” per l’accrescimento senza limiti dei fatturati aziendali, in sfregio alla più elementare etìca, e al condizionamento feroce del consumatore.
Quindi date di scadenza,vere o presunte, impongono il continuo processo di sostituzione e relativo acquisto di prodotti. Fenomeno che riguarda il cibo, i medicinali e perfino e anche monete alternative, gestite male e lasciate morire dalla mannaia poco lungimirante d’una scadenza.
E le persone? Già…ma le persone non sono prodotti. Le persone ahinoi non sono in scadenza. La cosa riguarda specialmente il ceto politico. E, che abbiano fatto bene o male, ce le si ritrova riproposte e imperiture finchè non passino a miglior vita. L’ormai famoso Cavaliere dall’alto della sua veneranda età ne è un esempio. Ma non solo…anche figure meno note sono là pronte a riciclarsi, a proporsi come cadute dal pero…a dichiarare talvolta il loro presunto ravvedimento…a non far nota dei loro errori,del loro operato fumoso ed inefficiente, a stare sul carro nonostante frequentazioni discutibili e seguaci poco sinergici al loro nuovo o ritrovato posizionamento che maschera più o meno velatamente ideali contraddittori.
Si potrebbe obiettare : “già ma le persone non sono prodotti..cosa si potrebbe pretendere…che avessero una scadenza come un cibo o un medicinale?” Vero…ma si è proprio convinti che qualche anno di fantomatica operatività di questi figuri faccia meno danno d’un paio di giorni in più sulla scadenza d’un prodotto?
E allora cosa si può fare? Riguardo al consumismo sfrenato in primis leggersi qualche saggio di Latouche sulla decrescita che, pur non attuando in pieno le sue teorie, moderi l’atteggiamento compulsivo del consumo. E rispetto alle persone operanti in politica un’attenzione maggiore al loro percorso passato o più o meno recente per leggerne sincerità ed onestà intellettuale dove la coerenza è spesso valore misconosciuto.

Attilio Stolder

Socio Promotore e Fondatore di ”Rubriche Meridionali”