ASSOCIAZIONE CULTURALE MERIDIONALISTA - PROGRESSISTA

Critica - Analisi - Riflessioni - Editoria - Proposte - Politica

sabato 24 gennaio 2015

Intervista ad Amalia Spanò Socio Fondatore di Rubriche Meridionali...


Dottoressa Lei è tra i Soci Fondatori e Promotori di Rubriche Meridionali, anzi diremmo tra le prime figure che hanno dato vita a questa Associazione Culturale…ci illustra brevemente i perchè, le ragioni, gli obbiettivi?

La nostra associazione è nata come Fondazione…poi per ragioni economiche legate alle quote d’uno dei primi soci che dovette espatriare per lavoro…anzicchè sostituirlo pensammo ad una soluzione forse meno prestigiosa ma più svelta,diremmo leggera come l’associazione culturale. Le ragioni della nascita sono illustrate sul nostro blog…quasi un’esigenza spontanea di dar voce al meridionalismo progressista che al momento vede impegnato, sinergicamente al nostro pensiero, sul versante politico gli amici del Partito del Sud, ma nell’associazionismo crediamo di riempire un vuoto palese!

Perché un vuoto?

Perché il meridionalismo,o quel che impropriamente viene chiamato tale, è rappresentato da un filoborbonismo diffuso che sfocia anche in rigurgiti monarchici,e se va bene in un diffuso desiderio generico di antipolitica che quasi sempre strizza l’occhio a tesi reazionarie e di destra, anche nelle frequentazioni e nelle origini politiche e simpatie dei suoi interpreti. Il Meridionalismo è altro…nasce dal socialismo…da gente come Gramsci. E ciò, mentre in politica è portato avanti dai nostri amici del PdelSUD, nell’associazionismo non c’è nessuno, se non ci attivavamo noi. Purtroppo siamo tutti professionisti o giovani molto impegnati e il contributo è limitato rispetto alle esigenze. Perciò, spesso, abbiamo contributi esterni e/o riportiamo articoli o posizioni di chi riteniamo in sintonia con noi.

Non ritiene che ci siano comunque movimenti, associazioni o altri comunque che meritino un minimo d’attenzione in questo mondo?

Ma certo! Il lavoro di rivisitazione storica è meritorio…chiunque lo approcci in modo serio..e contributi degni di nota ce ne sono stati e forse ce ne sono ancora..ma finisce là. C’è chi vuol fare solo quello…padronissimo...ma spesso non vuole che altri ne ricavino analisi o proposte politiche, quasi come detentori d’una primogenitura intoccabile. Oppure c’è una confusa voglia di autorappresentarsi anche in politica con tesi e sponde con la parte reazionaria, insomma un’agitazione meridionale, un movimentismo sudista, aspiranti leader in cerca di poltrone con tentativi di ammucchiare di tutto e un po’ a fronte di approssimative tesi d’ipocrite e poco credibili equidistanze. Tutto ciò finisce poi per naufragare in flop o ricerche di sponde col politico di turno…in barba all’equidistanza…in reciproci tentativi figli solo dell’opportunismo.

Analisi forse un pò dura…ma ci dica il suo punto di vista sulle diffuse e spesso sbandierate voglie d’indipendentismo, separatismo…

Guardi, senza entrare nel merito della giustezza di queste teorie, quello che manca sorprendentemente come riflessione è il non soffermarsi sull’esempio e l’esperienza di catalani, baschi, scozzesi che non sono riusciti nell’impresa nonostante cinquanta e passa anni di battaglie, condotte anche con un’attività politica all’interno delle loro istituzioni. Qua siamo all’anno zero….immagini quali prospettive possano esserci…..Altro è battersi per una praticabile autonomia…Da qui il nostro ritenere ancora valida la strada del meridionalismo storico, per un Sud, possibilmente autonomo, e riscattato,a pari opportunità del resto d’un paese più equanime. Poi chi ha voglia, tempo e capacità può ipotizzare rivoluzioni armate, ammesso sia il caso d’avventurarsi in scenari tragici e pericolosi di cui francamente sarebbe il caso di farne a meno in un mondo già fin troppo agitato e macchiato da tristi eventi.

Ultima domanda : come vede prospettive, posizionamenti dei vari gruppi rispetto alle ormai prossime elezioni regionali?

La situazione è diversificata anche all’interno dello stesso Sud. La Sicilia, spiace dirlo, è sempre un mondo a sé…credo il fenomeno Salvini possa raccogliere, da alcune avvisaglie, abbastanza…successe lo stesso con Berlusconi all’epoca. I Siciliani fanno presto, purtroppo, a salire sul carro…In Puglia e Calabria la presenza di gruppi paladini del Sud non è così significativa al momento. In Campania invece c’è la gran confusione di diversi soggetti le cui mire, il loro agitarsi è riconducibile a quanto ho già dichiarato sopra.

Ci conceda ancora di chiederle se Rubriche Meridionali ha novità nel suo percorso

A parte continuare la nostra strada col nostro blog, e nostre pagine sui social network con contributi speriamo più numerosi, ed il sostegno ad attività politiche di chi riteniamo sinergico alle nostre idee, speriamo di partire in un’idea che abbiamo da sempre, ovvero varare finalmente l’edizione a scadenze da stabilire d’un prodotto cartaceo che riproponga i migliori contributi prodotti.

Eugenio Baldi
Freelance
Journalists without frontiers

lunedì 5 gennaio 2015

Addio Pino !




Pino Daniele non c'è più! Un altro grande artista, dopo MassimoTroisi, entrambi napoletani...veri genii delle nostre terre, ci ha lasciato! Il vuoto di grandi persone che hanno dato lustro al nostro Sud è grande quanto il ricordo della loro opera artistica! Grazie Pino..la tua musica,le tue melodìe fuse alle parole antiche,nuove, gergo del tuo popolo fuse in un sound originale e fascinoso ci accompegneranno per sempre!

Il Comitato dei Soci Fondatori e Sostenitori di Rubriche Meridionali!

venerdì 2 gennaio 2015

Uno scritto forte,veritiero e sincero di Antonio Ciano



Eravamo comunisti,
progressisti, gramsciani. Portavamo l’eschimo, cantavamo Bella Ciao, Bandiera rossa. Eravamo comunisti perché tanti erano anticomunisti,perchè molti erano mafiosi,molti politici collusi con la Mafia, con quella Dc mafiosa, con la parte 
retrograda della Chiesa. Molti preti non sposavano in chiesa molti di noi, eravamo scomunicati. Avevamo la lebbra. Eravamo comunisti perché credevamo nel Vangelo, nell’uguaglianza, nella libertà che ci veniva negata. Eravamo comunisti perché la nazione che ci aveva liberati dal Fascismo e da casa Savoia, attaccava la libertà di mezzo mondo, mandava i suoi giovani a morire in Vietnam ,contro chi voleva la libertà. Eravamo comunisti per dare la possibilità di avere una casa a chi non ce l’aveva, la terra a chi la lavorava. Abbiamo lottato per i più deboli, mai per i ricchi e gli evasori. Abbiamo lottato per i contadini, per gli operai, per gli artigiani e per i piccoli imprenditori strozzati dalla burocrazia piemontese, dalla camorra e dalle banche. Abbiamo costituito cooperative di credito per far avere prestiti a chi non poteva accedere ai finanziamenti. Eravamo comunisti perché era giusto esserlo. Eravamo comunisti perché Enrico Berlinguer era contro il Socialismo sovietico. Eravamo comunisti perché Gramsci, ha dettato, più di tutti, la Questione Meridionale. Eravamo comunisti perché gli africani erano oberati dal colonialismo europeo. Eravamo comunisti perché il Partito ci difendeva contro l’arroganza dei Benpensanti, contro la stampa asservita. Eravamo comunisti perché la resistenza aveva battuto casa Savoia che aveva colonizzato il sud con l’esercito e la repressione, e senza dichiarazione di Guerra. Eravamo comunisti perché i nostri emigranti al Nord venivano schifati dai padani in modo razzistico. Eravamo comunisti perché nel Partito socialista militava la borghesia famelica. Eravamo comunisti perché i migliori intellettuali erano compagni, i migliori registi . Berlinguer è stato una guida per tutti noi, come Gramsci. Entrambi erano meridionali, nati in quella Sardegna colonizzata e dissanguata dai piemontesi. Eravamo comunisti e ne eravamo orgogliosi. Nel Partito non c’erano Massoni. Gli altri strapieni. Eravamo comunisti perchè tutte le stragi erano di Stato. Noi lo sapevamo. Eravamo comunisti perché Berlinguer ci invitata a lottare, sempre, contro la corruzione, contro la mafia, per la Questione Morale. Morto il PCI, a Gaeta nacque il Partito del Sud, con ilquale ci siamo presentati alle elezioni. Nel 2007 siamo riusciti, con un'altra lista civica progressista e meridionalista a prendere la Fortezza. Ci riuscimmo. E son tornati nella nostra città super demanializzata ben cinque Beni. Abbiamo dato la caccia agli evasori, ne abbiamo scovati parecchi, ma non abbiamo tassato i cittadini. Col partito del Sud ci siamo presentati alle elezioni regionali della Sicilia, in quelle della regione Lazio. Ci siamo impegnati, attaccato ,manifesti, tra la gente. I risultati deboli, ma abbiamo messo la faccia e abbiamo portato avanti il simbolo del partito contro questa finta destra e contro questa finta sinistra. Non ci hanno mai dato spazi televisivi, la nostra voce non ha mai raggiunto il popolo. Ci siamo presentati alle elezioni amministrative di Napoli, allora piena di Monnezza. Abbiamo appoggiato da subito De Magistris. Altri movimenti meridionalisti appoggiarono elementi della Destra. Oggi quei movimenti, con qualche dissidente , ci fanno la guerra. E sia!! Sono stati mandati via dalla giunta di Napoli elementi improduttivi, al servizio di Poteri forti dell’informazione. Fatti loro. Noi continuiamo ad appoggiare De Magistris, un sindaco Meridionalista, progressista e gramsciano. Viene chiamato tricolorato da qualche professorello. Giacobino da altri imbecilli. De Magistris ha reso pubblica l’Acqua, subito attaccato da giornali del Nord o da giornali locali, perché i proprietari di detta stampa. Sono gli stessi che hanno interessi mortali sulla città. Il sindaco di Napoli ha denunciato uno di essi, gli ha chiesto un miliardo di euro di danni. Il “giacobbino”, come lo chiamano, ha cancellato via Liborio Romano, colui il quale aveva consegnato la città a Garibaldi e alla camorra, rappresentata da Tore ‘e Criscienzo. Ha dedicato un Largo, nei pressi di Via Toledo a Berlinguer. Qualcuno di queste liste meridionaliste, di nuovo conio, ha storto il naso. Roba da vomito. Prossimamente sarà cancellata Via Vittorio Emanuele III, il re fellone e il re che nel 1938 ha promulgato le leggi razziali contro gli ebrei. 
Qualcuno era comunista, noi lo eravamo. Continuiamo a lottare come un tempo. Ora c’è anche un papa gesuita, finalmente. Noi continueremo ad appoggiare De Magistris, siamo Briganti, progressisti, gramsciani, Berlingueriani. Studiamo la storia negata ma non siamo andati mai a fare convegni sul Risorgimento, con le bandiere del Partito, pur rappresentando il Giglio e la Triscele. Intellettuali come ERRI DE LUCA e cantanti come ENZO AVITABILE appoggiano un sindaco onesto, che da sempre si batte contro i Poteri Forti, contro la Massoneria, contro la Camorra. 
Tre anni fa Napoli era piena di Monnezza, oggi è piena di turisti. Grazie a De Magistris, progressista, gramsciano e vero meridionalista- Auguri , siamo orgogliosi di essere stati comunisti. Abbiamo lottato per i giusti. Molti altri stavano e stanno da un’altra parte e vi assicuro che non sono i panettoni a fare la differenza.

Antonio Ciano